La detective triste e l’America disillusa. Omicidio a Easttown raccontata dallo sceneggiatore

Ci sono storie e sceneggiature per film e serie dove in primo piano c’è l’intreccio narrativo, la storia, mentre l’ambientazione, il luogo dove i personaggi vivono, va inevitabilmente in secondo piano, fa da sfondo.

 

In Mare di Easttown (Omicidio a Easttown, nella banale traduzione italiana), accade il contrario: la cittadina di Easttown nella contea di Chester in Pennsylvania, le sue villette a schiera in legno, le strade lunghe buie e desolate, i boschi dove usano radunarsi i ragazzi in fuga dal degrado e da una vita che offre all’apparenza ben poche opportunità, è in questa serie HBO, in onda su Sky, il vero protagonista della serie.

Sceneggiare un luogo: la Pennsylvania della crisi economica

 

Siamo nel Midewst americano, sulla costa nordatlantica. La Pennsylvania è uno degli stati americani maggiormente colpiti dalla crisi economica e dalla globalizzazione, che ha visto chiudere una dopo l’altro le sue fabbriche manifatturiere e le sue raffinerie di petrolio.

 

 

Lungo il fiume Delawere, che si inoltra in paesaggi boscosi di grande valore e bellezza naturalistica, sorgono diverse cittadine abitate da una working class da sempre abituata ad alzarsi la mattina per andare in fabbrica. Per generazioni: prima del figlio, c’era il padre, e il nonno che avevano cominciato a lavorare nell’industria dal dopoguerra. Greci, italiani, tedeschi, svedesi, danesi, erano tutti sbarcati con pochi soldi e tanti anni davanti di lavoro vero.

 

sceneggiatura serie omicidio a easttown

 

Negli ultimi vent’anni almeno la situazione si è rovesciata. Le industrie hanno chiuso, la desertificazione economica è avanzata dovunque, si è fatta strada una disillusione spietata e una paura incessante del futuro. Anche per questo, nel 2016 la Pennsylvania ha voltato le spalle ai Democratici e ha votato in massa Donald Trump che prometteva il ritorno non agli splendori, ma almeno ad un posto di lavoro e un futuro.

 

Sceneggiare il risentimento

E sono proprio la disillusione e il risentimento dovuta alla crisi economica e il futuro che non è più una prospettiva a cui tendere ma un nemico che ti attende sulla riva del fiume, ad essere penetrati nell’animo di tutti i personaggi di questa serie, a cominciare dalla protagonista, Mare Sheenan interpretata da una Kate Winslet capace di donare alla sua detective tutta quella tristezza e risentimento di cui la serie è pervasa.

 

 

“Ero molto interessato al personaggio di Mare – dice il creatore della serie, lo sceneggiatore Brad Ingelsby – Ho un amico sulla costa orientale che è un poliziotto e un giorno stavo parlando con lui, e mi stava raccontando della sua vita da agente. Mi ha detto che erano in undici a lavorare in una centrale che è un ex stazione ferroviaria riconvertita, con un solo detective che lavora con loro e si occupa di tutti i casi. Adesso sembra un milione di anni fa, ma in realtà era solo il 2018″.

 

Brad Ingelsby

“Sapevo di voler scrivere una storia su una donna di nome Mare che è l’unico detective in una piccola città. Una volta era un’eroina, ma ora la città sta iniziando a rivoltarsi contro di lei perché non può risolvere un caso di una ragazza scomparsa. In lei e attorno a lei ci sono molte crisi esistenziali e perdite personali. Avevo quindi una idea su Mare ma non sapevo quale fosse la storia intorno a lei. Poi, quando ho iniziato a popolare questo luogo con questi altri personaggi, mi sono interessato a loro e ho capito che tutte le storie personali che li riguardavano erano intense e speciali per ognuno di loro. ma ho capito anche che non avrebbe funzionato in un film di due ore, la portata della storia era più grande”.

 

Una delle storie di Mare riguarda la sua giovinezza. In città la ricordano per il suo canestro incredibile durante una partita di basket. Da quel momento la chiamano Lady Hawk. Però poi le cose cambiano con gli anni.

 

 

“Sono cresciuto in un clan sportivo: mio padre era un giocatore di basket, mio fratello giocava a baseball e conosco molte persone che hanno giocato a baseball nelle minor league. Quindi sono molto interessato a ciò che accade dopo i “giorni di gloria” e Mare è molto interessata a quei giorni della sua vita. La domanda che arriva poi è: come cambiano le cose quando finiscono i giorni di gloria e la vita sembra essersi infilata in un vicolo cieco?“. Che è la storia di Mare, ma è anche la storia di questa comunità, di questo stato americano. Tornare dove si era prima. Non è possibile e per questo il risentimento e la tristezza assalgono tutti e tutto”.

Serie e sceneggiatura: Brad Ingelsby

Brad Ingelsby è nativo di quei luoghi e ci è cresciuto fino alla maggiore età, il che ha consentito quella verosimiglianza e vicinanza con una terra diventata dolente, che è una delle chiavi della serie.

“Sono nato a Berwyn, a poca distanza dalla contea di Chester, e sono cresciuto con molte donne nella mia vita. Ho molte zie, oltre a mia madre e le mie sorelle. Il giovedì sera, a casa di mia nonna, mia madre e tutte le sue sorelle erano in cucina, a chiacchierare e spettegolare, e uscivamo insieme. Sono cresciuto con un sacco di donne forti e incredibili. Essere cresciuto lì aiuta molto. Conoscere i ritmi e i riti della vita in questa parte così specifica del Paese aiuta a renderlo convincente. Nel quartiere in cui è cresciuta mia moglie, suo zio abita l’ vicino e sua zia un paio di case più in là e si riuniscono tutti per la pizza, ogni venerdì. Aver vissuto una ambientazione di persona aiuta a renderla più onesta”.

 

 

In città tutti conoscono tutti. Troviamo la detective Sheenan alle prese con un omicidio, una giovane ragazza madre, trovata cadavere sul greto del fiume. Nei confronti della detective però non c’è empatia o sostegno come ci si aspetterebbe, ma al contrario c’è molta disillusione sull’operato della polizia. Da più di un anno è scomparsa una ragazza e la comunità ritiene che la polizia – e la detective Sheenan – abbiano fatto poco e niente per trovarla e salvarla. Successivamente si scoprirà anche il motivo di un dolore lancinante e intenso che Mare porta dentro di sé, che ha a che fare con il figlio e anche con la madre.

 

Sceneggiatura significa amare i propri personaggi

“Mare è una poliziotta che mi piace tanto. Amo le relazioni madre-figlia e Mare è allo stesso tempo figlia di sua madre e madre di sua figlia. Fin dalle prime bozze della sceneggiatura, volevo avere quattro generazioni in una casa, se includi Drew, il bambino. In termini di narrativa, avere queste tre generazioni di donne sotto lo stesso tetto è stato davvero interessante per me. Ognuno ha i suoi problemi. Siobhan ha molto risentimento. Mare ha molto risentimento. Helen e Siobhan sono nella stessa squadra. Sembrava un terreno ricco da esplorare. Li amo tutti, in modi diversi. Amo Siobhan per la sua grinta. Amo Helen perché c’è qualcosa in lei che mi ricorda mia nonna, in molti modi. Era una donna dura, ma si è davvero addolcita, nel corso degli anni, a causa della tragedia che ha attraversato. Alla fine queste donne devono unirsi e deve esserci una riconciliazione, ma come si guadagna quel livello di fiducia tra queste tre donne, che forma avrà e come si presenterà questo ramo d’ulivo tra loro, non si sa”.

Sceneggiare il personaggio e poi affidarlo

“Ho adorato scrivere il personaggio di Mare, amo il fatto che sia una dura e penso che sia un poliziotto fantastico e anche un’amica. Ci sono momenti in cui non ti piace, ma fai sempre il tifo per lei. Poi arriva il momento in cui dai il tuo personaggio ad un attore che lo fa suo. È un momento cruciale, stai rinunciando a una tua proprietà per affidarla a qualcun altro. Quello che ha fatto Kate è stato meraviglioso. Ha saputo elevare Mare in modo incredibile. Ha approfondito il personaggio e si è dedicata a immergersi emotivamente in ciò che questo personaggio aveva passato. Alcune delle scene più forti sono quando parla con la terapista, un’altra donna di cui intuisci la presenza e la personalità. Ma Kate è riuscita anche in altro, a conferire a Mare anche un certo umorismo, a portare un po’ di leggerezza per bilanciare la sua oscurità”.

Il background di uno sceneggiatore

Brad Ingelby si è diplomato al liceo a Radnor. Dopo non sapeva bene cosa fare e il padre gli disse che poteva andar bene prendersi un po’ di tempo per deciderlo ma intanto un qualche lavoro avrebbe dovuto farlo. Così si è trasferito nella vicina cittadina di Villanova dove ha scoperto l’interesse per la scrittura cinematografica.

 

“Ho sempre avuto un profondo interesse per i film, ma non avevo idea di volerli scrivere fino a quando non ho frequentato un corso di sceneggiatura nel mio primo anno a Villanova, ed è stato allora che ho scoperto questa passione. C’era questo negozio di noleggio VHS a Berwyn chiamato Movies Etc. E avevano l’offerta 10x10x10: 10 film per 10 giorni per 10 dollari, purché non fossero nuove uscite. Ho sfogliato il catalogo e c’erano i migliori film di tutti i tempi e ho noleggiato tutti quelli su cui potevo mettere le mani. E mi sono iscritto ad un corso di scrittura.

 

Le prime reazioni al corso: “Sono stato attratto dagli studi sui personaggi, come Mean Streets, Breaking Away e Stand By Me. Quando è uscito Boogie Nights, credo di averlo visto sei volte a teatro. Ho pensato che fosse la cosa migliore di sempre. Dopo il corso a Villanova, sono andato all’American Film Institute di Los Angeles e ho dovuto presentare due sceneggiature come tesi. Dopo l’AFI, sono tornato all’Est e stavo vendendo assicurazioni con mio padre quando ho ricevuto un’e-mail da un amico che è andato all’AFI ed è diventato dirigente di una società cinematografica. Gli ho mandato la sceneggiatura di Out of Furnace (Il Fuoco della Vendetta, in italiano), una delle due sceneggiature che avevo presentato all’AFI, ho trovato un agente e in poche settimane è stata venduta per 600.000 dollari, una cifra astronomica per me che stavo vendendo assicurazioni. Inizialmente doveva essere con Leonardo DiCaprio, ma il casting finale era composto da Christian Bale, Casey Affleck e Woody Harrelson”.

 

 

Da allora Brad si è trasferito a Los Angeles, la città inevitabile per chi scrive per il cinema. “Per essere nel mondo del cinema, devi essere a Los Angeles. Questo è sicuramente quello che mi ha detto il mio agente dopo aver venduto la prima sceneggiatura, quindi mi sono trasferito. Ma come scrittore, la tua valuta è un buon materiale, e se puoi scriverlo sulla costa orientale o occidentale o in Cina, a nessuno importa”.

La difficoltà dello scrivere. Come si comincia e come si finisce?

“Non sono particolarmente bravo a dare consigli di scrittura agli aspiranti sceneggiatori. Quello che ho imparato negli anni è che ciò che funziona per me come scrittore non funziona molto per gli altri, e viceversa. Non conosco mai tutte le mosse quando inizio una sceneggiatura. So solo dove inizia emotivamente e dove finisce, sempre emotivamente. Devi ascoltare il tuo personaggio mentre scrivi. I personaggi ti parlano. Molti scrittori credono nei contorni. io sono l’opposto. Non voglio essere incatenato a un contorno. Ho solo bisogno di sapere dove inizio e dove finisco.

La tranquillità aiuta la scrittura?

“Un amico scrittore mi ha suggerito di affittare un ufficio per sfuggire alla mia casa rumorosa. Aveva fatto miracoli per la sua creatività. La calma! La fuga! La vita indisturbata! Ho voluto provare e ho trovato un annuncio su Craigslist. Il proprietario di un’azienda di test ambientali stava ridimensionando e poteva offrirmi uno spazio nel suo edificio. L’ufficio non era molto: quattro mura, una finestra, varie mappe topografiche alle pareti e… un sacco di formiche. Entravo alle 6 ogni mattina, aprivo il computer e mi sedevo lì. Per lo più ho guardato i flussi silenziosi delle formiche. A volte ascoltavo le sessioni di gruppo della struttura di riabilitazione dalla droga della porta accanto o Jan, il mio vicino, che parlava di una sorella che era malata. Quello che non ho fatto è stato scrivere“.

 

“La mia esperienza con la scrittura è che raramente implica sedersi a una scrivania e digitare. Per me la scrittura avviene solo alla fine di qualcosa, quando una scena è stata concepita, analizzata, montata, ottimizzata, messa a fuoco e infine decisa. Questo processo avviene nella mente mentre passeggio, meditando sulle ombre, fissando l’erba, i fiori o le farfalle, o guardando i miei figli che rimbalzano sui trampolini o giocano a palla. Non avevo bisogno di un ufficio per tutto questo. In effetti, l’ufficio ha rimosso l’ambiente che traboccava di ispirazione. Dopo due mesi ho detto al padrone di casa che non funzionava e, no, non aveva niente a che fare con le formiche.

Conosci il tuo finale

L’unico consiglio di scrittura che posso offrire agli aspiranti scrittori è questo: conosci il tuo finale. Ho scoperto che quando so dove inizia e dove finisce una storia, emotivamente, ho il coraggio di iniziare a scrivere. Quando i personaggi sono a posto, il centro del racconto diventa un parco giochi di sperimentazione, scoperta e rivelazione in cui i personaggi parlano, cambiano, crescono ed evolvono. Ma quelle due ancore, come inizia e come finisce, sono sempre ben presenti in me, e fanno in modo di non farmi mai deviare dalla traiettoria di volo, perché la pista di atterraggio, anche se distante, è sempre ben visibile.

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