“Fui chiamato da un produttore per lavorare ad trattamento insieme a Leo Benvenuti e Piero De Bernardi per una miniserie per la televisione, che poi non si fece. La protagonista doveva essere Sophia Loren e la miniserie doveva essere diretta proprio da Lina”. E fu in quell’occasione che un allora molto giovane Graziano Diana arrivò al cospetto di Lina Wertmuller.
Oggi Graziano Diana sorride alla notizia dell’Oscar alla Carriera per Lina Wertmuller. “Una gran signora e una grandissima regista, l’Oscar è meritatissimo. Un po’ tardivo, ma come si dice, meglio tardi…”. Proprio il giorno della consegna del premio Graziano ha scritto su Facebook della sua esperienza di scrittura con Lina Wertmuller definendola “formativa“. E ovviamente l’aggettivo ha subito attirato l’attenzione di noi di Tracce, e l’abbiamo subito chiamato per saperne di più.
Formativo, hai scritto. Ovvero?
Devo stare attento a cosa scrivo sui social a quanto pare. Partiamo dall’inizio: Lina Wertmuller è una gran persona. Donna spiritosa, colta, profonda, grande conoscitrice non solo di cinema, ma soprattutto della natura umana. Pochi autori sanno disegnare un personaggio come lei.
Cominciamo dall’inizio.
Mi trovo, chiamato da un produttore a lavorare con Leo Benvenuti e Piero De Bernardi, che per chi studia cinema non c’è bisogno di dire chi erano, per un progetto di una serie tv in due puntate con protagonista Sophia Loren. Non conoscevo Lina, per cui arrivo nella sua casa e già li resto di sasso. Una casa meravigliosa, arredata splendidamente, mobili e quadri pregiati e di gran gusto, insomma per chi ama l’arte, il design, il bello, c’è di che guardare. Poi arriva lei: spiritosa, arguta, ironica, ma anche dura, autorevole, determinata. Soprattutto percepivo subito che lei sapeva benissimo cosa volesse e dove volesse andare con noi sceneggiatori.
Graziano Diana in sala montaggio
E come andò?
E’ stata una esperienza formativa! (ride). Si dice spesso delle donne determinate e decise “che hanno un brutto carattere”. In realtà Lina ha carattere e questo si vede in ogni suo risvolto. Partivamo da un soggetto e dovevamo sviluppare il resto, cioè trattamento, scaletta e sceneggiatura e dato che il progetto prevedeva la sua regia, tutto il lavoro di scrittura si svolse anche con lei. Come tutti sanno, oltre ad essere una regista Lina è anche grandissima sceneggiatrice e la sua presenza, le sue idee, i punti di vista si avvertono ed entrano profondamente nel lavoro. Ci sono autori che quando lavorano su idee e soggetti altrui, si “adattano” diciamo, al lavoro altrui e altri che ci entrano dentro e come in una casa, la arredano a propria immagine e somiglianza. Lina appartiene a questa categoria. I suoi film contengono i suoi personaggi, le sue idee, i suoi punti di vista già nel lavoro di scrittura.
Quindi lavoraste al trattamento, la scaletta e la sceneggiatura?
Si, e lei c’era sempre. Guida tutto il gruppo e tutto il lavoro si svolge assieme, non si fanno “compiti a casa”. A volte, quando c’è accordo su trattamento e scaletta, la sceneggiatura, per la scrittura, viene divisa in blocchi assegnati a ciascun sceneggiatore che lavora per conto proprio e poi in sede di quella che si chiama revisione, ci si confronta e si stende la sceneggiatura definitiva. Nel caso di Lina, non si procede così. Si sta assieme in ogni fase e in ogni fase lei interviene su ogni aspetto, su ogni aggettivo, su ogni scena, tutto. Ed è molto decisa, determinata, nell’affermare i suoi punti di vista. E’ una leader. E per me che ero molto giovane, c’era tanto da imparare.
C’è qualche aspetto di Lina che ti ha colpito particolarmente?
Il suo modo di creare i personaggi, specie i protagonisti. Te li raccontava elencando una serie di caratteristiche, dettagli, modi di dire, di fare, come erano d’aspetto, con una profondità impressionante. Quando aveva finito non erano più dei personaggi, ma delle persone. Vere. Che poi è quello che ci sforziamo di insegnare a Tracce. Il lavoro sui personaggi è fondamentale. E’ da loro che poi nascono le storie.
Ce l’avrà però un difetto!
Be’ diciamo che sapendo bene quello che vuole, non è molto predisposta ad accogliere punti di vista alternativi ai suoi. Ma è anche un elemento del suo essere quello che è. Non sarebbe Lina Wertmuller, altrimenti.
Due nuovi corsi in partenza ad aprile per la Scuola di cinema Tracce
Parte il 26 aprile 2021 la sesta edizione del Corso di Regia, come sempre coordinato da Andrea Molaioli, regista e sceneggiatore e che vede la presenza anche di docenti come i registi Daniele Luchetti, Denis Rabaglia e Antonio Capuano, il direttore della fotografia Vladan Radovic, i montatori Claudio Di Mauro e Annalisa Forgione, gli sceneggiatori Graziano Diana e Heidrun Schleef, il fonico Emanuele Cecere, lo story editor Gino Ventriglia.
Corso di Regia Cinematografica
Il Corso di Regia analizza in maniera completa l’esperienza del regista in relazione a tutti i reparti di una troupe cinematografica. Durante i mesi del corso, ogni corsista scrive la sceneggiatura di un cortometraggio, analizzata dai coordinatori e dai docenti, e viene affiancato nella preparazione, nelle riprese e nel montaggio finale del cortometraggio.
Sono in corso le selezioni e le iscrizioni sono subordinate ad un colloquio e alla presentazione di materiale pregresso che dimostri una conoscenza di base sulle tecniche cinematografiche.
Fissato per il 24 aprile 2021 ilCorso di Sceneggiatura di II Livello, (corso master), destinato a chi già ha frequentato il nostro corso base, o a chi già conosce le tecniche base della scrittura cinematografica e che quindi può affrontare questo percorso formativo che prevede la realizzazione di una sceneggiatura per lungometraggio da presentare al produttore Nicola Giuliano della Indigo Film.
Il corso vede la partecipazione degli sceneggiatori Graziano Diana e Heidrun Schleef, lo story editor Gino Ventriglia, il montatore Claudio Di Mauro, il regista Andrea Molaioli, il critico cinematografico Mario Sesti, il regista Denis Rabaglia e due lezioni, una iniziale e una finale del produttore premio Oscar Nicola Giuliano, che spiega cosa si aspetta un produttore da una sceneggiatura, lezione fondamentale per uno sceneggiatore. Le selezioni sono in corso e le iscrizioni si effettuano su questa pagina.
Ad Attilio De Razza il secondo David di Donatello della carriera con “La stranezza”, che domina la serata dei premi di questa edizione dei David di Donatello 2023. Il film candidato in 14 sezioni si afferma per la migliore sceneggiatura di Roberto Andò (il regista), Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, per il miglior costumista che è Maria Rita Barbera. E, infine, anche come miglior produzione per Bibi film, Medusa e Rai Cinema con De Razza sul palco dell’Oscar italiano a ritirare l’ambitissima statuetta.
Attilio De Razza è uno dei soci della Tramp Limited, casa di produzione che collabora con Tracce e a cui la scuola sottopone i progetti migliori provenienti dai corsi di cinema.
Sessant’anni di età e quaranta di attività nell’ambito del cinema con grandi successi come i film con Ficarra e Picone con i quali lavora per sei film cinematografici e due stagioni di serie tivù su Netflix. L’ora legale, per altro, vince anche un Nastro d’argento.
I prossimi progetti: “Stanno per iniziare le riprese tra Catania e Roma del nuovo film di Natale con Ficarra e Picone”. A cui segue il film di sperimentazione, essenza del Cinema: “Tra ottobre e novembre si incomincia a girare “Non sarà per sempre così”, con riprese tra Milano e Roma, di Francesco Costabile, autore del film “Una Femmina” selezionato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino”.
Quando hai l’idea sul cosa raccontare e sul chi lo racconta, devi anche scegliere il come raccontarlo. E trattandosi di cinema, ovvero sostanzialmente di una storia che deve emozionare lo spettatore, il come raccontarla è una scelta fondamentale, esattamente come il cosa e il chi.
È il momento cioè di scegliere una struttura di racconto, ovvero le scelte di base che lo scrittore deve compiere per raccontare la sua storia.
10 strutture narrative per scrivere il tuo film
Scegli la tua struttura tra queste che segnaliamo, ma ricorda sempre che non ci sarà struttura fantasiosa o accattivante che potrà sanare una storia che non funziona. La chiave è sempre l’emozione.
Se una storia ti emoziona, probabilmente hai una buona storia. Se quando la inizi a raccontare a qualcuno, questi ti dice la fatidica frase: “E poi che succede?”, allora molto probabilmente hai una buona storia.
Una volta che hai assimilato questo, puoi cimentarti in una di queste dieci strutture tipiche, scegliendo quella secondo te più adatta.
La struttura in tre atti
Tutto comincia con un inizio, una parte centrale e una fine. Fin dai tempi della preistoria, quando i primi uomini si riunivano attorno al fuoco, c’era uno che raccontava, magari a gesti, quello che gli era successo, o era successo a qualcuna altro e che lui aveva visto.
Lo schema era, ed è sempre lo stesso: inizio (la scoperta della preda); parte centrale (confronto con la preda e lotta); sconfitta e cattura della preda (finale).
La struttura in tre atti nel cinema è quella più elementare, che la maggior parte del pubblico conosce e che la maggior parte dei film adotta. È il “design della storia” più usato, conosciuto e accessibile per il pubblico.
Inizi col configurare il personaggio e il suo mondo, inventi il conflitto che è costretto ad affrontare o sceglie di affrontare, e poi lotta e risoluzione (e cambiamento intimo del protagonista, una storia che funziona insegna sempre qualcosa a chi la vive e a chi l’ascolta).
La struttura in tre atti è quella usata in film come Guerre Stellari, i primi Harry Potter, Lo Squalo e tanti altri. Questo tipo di struttura è consigliato per scrittori che amano raccontare storie in un flusso lineare – inizio, fase centrale e finale.
La struttura in tempo reale
Sta succedendo qualcosa e sta succedendo adesso. Qualunque sia il conflitto che hai in mente, è qui e adesso, devi solo seguire il protagonista per vedere che succede e come va a finire.
Film come La Parola ai giurati, United 93, Die Hard, Mezzogiorno di fuoco, Sfida all’Ok Corral sono esempi della struttura in tempo reale.
Non ci sono interruzioni, salti temporali, flashback o cose del genere. La storia è presentata ininterrotta e non filtrata. Ogni momento è importante e gli sceneggiatori che applicano questa struttura lo sanno.
C’è un motivo per cui Jack Bauer nella serie televisiva 24 non è mai stato visto andare in bagno in un singolo periodo di 24 ore: ogni momento è importante e il ritmo è l’unica cosa che conta (be’ non proprio l’unica, ma insomma conta molto).
Se scegli di raccontare la tua storia all’interno di una struttura in tempo reale, tieni sempre presente che devi impegnarti a rispettare le regole: non si può saltare un secondo nella vita del tuo personaggio.
Struttura a più linee temporali
Questa è una delle strutture più complicate. Prendi alcune storie lineari e le mescoli. Il più delle volte le storie presentano gli stessi temi, personaggi simili, così come gli eventi, ma non sono sempre specificamente e direttamente collegate. La causalità di una storia non sempre influenza le altre. L’unica connessione tra loro sono i temi, le emozioni e i messaggi condivisi, al di là delle scelte di produzione come ad esempio usare gli stessi attori per interpretare personaggi diversi, mostrare gli stessi luoghi in periodi di tempo diversi, eccetera.
L’esempio massimo di questa struttura è il Padrino parte II. I due protagonisti delle due storie, Vito Corleone e suo figlio Michael, vivono in tempi diversi ma entrambe le storie raccontano una storia: l’ascesa della famiglia Corleone nella mafia di New York negli anni Venti e nei Cinquanta.
La magia di questa struttura è che può dare al pubblico la sensazione che tutta la vita nell’universo sia in qualche modo connessa.
Struttura con collegamenti ipertestuali
Questa struttura di solito contiene storie multiple che però presentano un elemento (anche piccolo e non significativo) in comune con le altre. L’esempio tipico è Magnolia, di Paul Thomas Anderson dove ogni singola storia è collegata a un’altra, ma da un solo elemento a volte anche impercettibile.
Questi tipi di storie danno al pubblico un’idea di come le nostre vite individuali possano essere interconnesse. La causa e l’effetto di ciò che facciamo o non facciamo possono avere una causa ed effetto paralleli nella vita di altre persone.
L’aspetto chiave delle storie con collegamenti ipertestuali è che alla fine ogni storia e ogni personaggio finisce per avere un impatto importante sugli altri, e se ne togli uno, la storia generale potrebbe non funzionare più. È senz’altro una struttura difficile da padroneggiare.
Qual è questo elemento in Magnolia? L’amore e il bisogno di essere amati.
Struttura a Fabula
È un’altra struttura molto utilizzata dal cinema. Fight Club, Casinò, American Beauty, Goodfellas, Forrest Gump, Interview with the Vampire, La Venticinquesima ora e Citizen Kane sono esempi di struttura a fabula.
Questa struttura specifica impiegata soprattutto dal cinema americano utilizza un’organizzazione originale mostrando prima la fine, o anche un punto intermedio e facendo vedere al pubblico come ci sono arrivati. La storia parla del viaggio e si concentrasul come in contrapposizione al cosa.
Citizen Kane inizia con la morte del personaggio del titolo mentre borbotta “Rosebud” sul letto di morte. La sua vita viene quindi presentata attraverso flashback intervallati dall’indagine del presente di un giornalista sulla vita di Kane.
In Good Fellas, Quei bravi ragazzi, inizia con un delitto e la voce narrante che dice: “Da quel che mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster”.
La struttura a fabula viene spesso utilizzata nelle storie vere, ma può essere altrettanto facilmente applicata in modo creativo anche a quelle immaginarie.
Struttura cronologica inversa
Inizi con la fine – o vicino alla fine – ma non torni alla trama cronologica e prosegui suddividendo la sceneggiatura in pezzi per poi riorganizzare la storia usando quei pezzi montati in un ordine prestabilito.
Memento è il primo esempio di questa struttura. Il film utilizza brillantemente l’ordine inverso delle scene per creare una tensione unica: il pubblico vede il personaggio già alle prese con il suo conflitto e viene attratto dal chiedersi chi sia questo personaggio e cosa gli sia capitato.
In questa struttura è l’inizio della storia, quando tutto ha avuto inizio, ad essere il nucleo della storia, la principale causa di tensione, curiosità e intrighi. E ad ogni regressione della storia – in contrasto con la progressione in strutture in tre atti e applicazioni cronologiche – impariamo un po’ di più, mentre allo stesso tempo vengono presentate più domande.
Le strutture cronologiche inverse sono difficili da costruire. Non è così semplice come suddividere la sceneggiatura in pezzi e invertire l’ordine di quei pezzi. Devi prima scrivere una storia avvincente e coinvolgente e poi “montarla” in modo che funzioni meglio in quell’ordine inverso che hai scelto, avendo cura di dosare i colpi di scena e presentando domande su cui i lettori e il pubblico devono riflettere, il tutto rispondendo alle domande allo stesso tempo.
Struttura Rashomon
Questa struttura deriva dal classico capolavoro di Akira Kurosawa con lo stesso nome: Rashomon. È impostata sul raccontare la stessa storia da diversi punti di vista. Queste storie possono spesso utilizzare elementi della struttura Fabula – avere un personaggio che ricorda o rievoca eventi – ma qui la fabula è diversa perché è la stessa storia raccontata più volte dalla prospettiva di personaggi diversi.
Ciò consente al pubblico di ricordare che ci sono sempre lati diversi della stessa storia.
Struttura circolare
La narrazione circolare è una storia che finisce dove inizia e inizia dove finisce. Le storie di viaggio nel tempo sono le narrazioni a struttura circolare più importanti e utilizzano l’aspetto circolare della narrazione nel modo più letterale.
Film come Ritorno al futuro, l’Esercito delle 12 Scimmie mettono in mostra personaggi che vanno avanti o indietro nel tempo, influenzando i loro sé o eventi passati o futuri – di solito mostrati giocando con le immagini paradossali di finire e iniziare con le stesse scene, momenti, e luoghi, o variazioni di essi.
L’Odissea di Omero si apre con Odisseo che lascia Itaca per andare in guerra e poi si chiude con il suo eroico ritorno nello stesso luogo. È una sottile narrazione circolare, ma comunque circolare.
Struttura non lineare
Film non lineari come Pulp Fiction, Reservoir Dogs e Dunkirk raccontano storie saltando indietro, avanti e lateralmente nel tempo per raccontare una singola storia. Tali storie non sono presentate in ordine cronologico, o la narrazione non segue il modello di causalità diretta degli eventi della storia che troveresti in una struttura in tre atti o attraverso la fabula.
Il concetto alla base dei film non lineari è quello di sfidare il modo in cui pensiamo di ricordare le cose, o il modo in cui i personaggi ricordano i propri ricordi delle esperienze vissute.
Questa struttura ha il compito di sfidare il pubblico che deve ricordare dove si erano interrotte alcune scene e trame e devono essere in grado di riprendere la storia quasi immediatamente.
Struttura onirica
La struttura onirica è unica in quanto descrive una storia cinematografica utilizzando immagini oniriche, esplorando la struttura dei sogni, dei ricordi e della coscienza umana.
L’uso sottile di questa struttura è rappresentato al meglio da Vanilla Sky di Cameron Crowe. I confini tra il mondo reale e il mondo dei sogni diventano sempre più sfocati man mano che il film va avanti. Non siamo sicuri di cosa sia reale e cosa no.
Questo è quanto. Ora pensa alla tua storia e decidi quale struttura, secondo te, è più adatta per raccontarla.
Non è frequente, ma a volte succede che ai festival non vincano film di puro intrattenimento, ma storie vere che contengono temi importanti e attuali. E succede anche che corsisti Tracce vincano premi importanti. Laura Grimaldi, ex allieva dei corsi di sceneggiatura Tracce di primo e secondo livello, ha vinto la Festa del Cinema di Roma, con Santa Subito, di Alessandro Piva.
Santa Scorese aveva solo 23 anni quando il 15 marzo del 1991 fu uccisa da uno stalker che la tormentava da tre anni. Alla fine degli anni ’80 la parola “femminicidio” non esisteva ancora, e le istituzioni, la legge, non erano preparate ad affrontare il tema della violenza di genere e lo stalking. La storia di Santa è diventata un docufilm, Santa Subito, che ha trionfato all’edizione 2019 della Festa di Roma, ottenendo il Premio del Pubblico. Ne parliamo con Laura Grimaldi, sceneggiatrice ed ex allieva dei corsi di sceneggiatura di Tracce, che ha scritto il docufilm assieme al regista Alessandro Piva.
Sarà il regista e sceneggiatore Daniele Luchetti ad inaugurare la sesta edizione del Corso di Regia Cinematografica della scuola di cinema Tracce, il 10 maggio 2021.
Parte a febbraio 2020 la quinta edizione del Corso diregia cinematografica della scuola di cinema Tracce.
Il corso analizza in maniera completa l’esperienza del regista in relazione a tutti i reparti di una troupe cinematografica. Durante i mesi del corso, ogni corsista scrive la sceneggiatura di un cortometraggio, analizzata dai coordinatori e dai docenti, e viene affiancato nella preparazione, nelle riprese e nel montaggio finale del cortometraggio.
Stefano Bises è uno degli scrittori e autori di soggetti e sceneggiature di fiction e serie tv più ricercati.
Nella sua filmografia compaiono, tra gli altri: Gomorra – La serie, Zero Zero Zero, The New Pope, Il Miracolo, Un’altra vita, Questo nostro amore, Una grande famiglia, Tutti pazzi per amore, La vita facile, Il capo dei capi, Tutti i giorni della mia vita, L’ispettore Coliandro.
Con una lezione introduttiva su sceneggiatura e regia, lunedì 17 febbraio 2020 Daniele Luchetti inaugura la quinta edizione del Corso diregia cinematografica della scuola di cinema Tracce.
Nei nostri corsi di sceneggiatura dedichiamo molto spazio a come trovare l’idea giusta per un film. L’idea è forse la cosa più difficile di tutto il processo creativo che porta una storia dalla carta al grande (e piccolo) schermo. Come tutti i processi creativi che dipendono dall’ispirazione, non c’è un modo o metodo unico anzi, al contrario, ogni scrittore/creatore ha il suo universo creativo e ognuno riconosce il momento in cui si accende una lampadina.
Tuttavia se la creatività non ha metodi per attivarsi, quello che puoi fare è aiutarla ad esprimersi, a venire fuori.
Scrivi su un argomento che conosci
Un buon suggerimento per iniziare, è scrivere su un argomento di tuo interesse. Se interessa te, probabilmente interesserà anche ad altri che hanno i tuoi stessi gusti, dubbi, interrogativi. E se ti interessa, scriverai una storia migliore.
Per preparare le scene, Coppola e Puzo s’incontrano a casa del regista, lavorano con il rumore dei bambini in sottofondo e pranzano con pasta al pomodoro e vino rosso. A Puzo tocca la sintesi delle corpose note di sceneggiatura di Coppola. Nella scena in cui Clemenza descrive una ricetta di Michael, “Prima fai rosolare la salsiccia…”, Puzo corregge: “I gangster non rosolano, friggono”
Scrivere di ciò che si sa, si conosce (e non necessariamente la tua esperienza personale, ma qualcosa di cui hai conoscenza) può essere un modo per far accendere quella famosa lampadina. Inoltre sapere funziona meglio di indovinare.
Ad esempio, ogni storia, anche la fantascienza e la commedia, parla della vita. Le storie raccontano sempre qualcosa sulla condizione umana. Nella commedia, ridiamo di noi stessi, dell’assurdo e dell’imprevisto, rendendo la vita più accettabile. Nella fantascienza, riflettiamo sugli spazi vuoti della nostra conoscenza, specialmente sulla vita. Nell’orrore, affrontiamo le nostre paure, ricordando a noi stessi cosa significa vivere ed essere umani. In azione/avventura, ci godiamo la vita ed esploriamo i nostri limiti e le nostre fantasie. Nel dramma, ci soffermiamo su altre dimensioni di noi stessi.
La discussione tra gli autori e produttori di Harry ti presento Sally s’incentrò prevalentemente sul significato dell’essere single e sul modo in cui tale situazione viene affrontata. Nel terzo incontro, Reiner propose infine una storia riguardante due amici che non volevano fare sesso per non rovinare il loro rapporto, ma che sarebbero poi finiti a infrangere questa “regola”.
Tutte le storie, anche solo per divertimento o evasione, parlano della vita: la differenza è l’atteggiamento con cui vengono presentate. Le storie che piacciono di più sono quelle che affermano la vita, trionfano. Se diverte e trionfa, influenza l’atteggiamento dello spettatore.
Scrivere di ciò che ti interessa è meglio, ma se vuoi puntare all’oro, le storie uniche sono le più richieste. È più probabile che una storia unica attiri l’attenzione.
Cosa vende meglio? Azione avventura è un genere che non muore mai. Cosa è sempre richiesto? La commedia romantica, innamorarsi è la cosa che gli essere umani fanno più spesso. Cosa non è una buona scommessa? I film attualmente in voga: probabilmente non otterranno alcun interesse tra qualche mese anche se potrebbero essere seguiti rapidamente da diversi imitatori.
Suggerimento: il mistero e la scoperta sono elementi che aggiungono molto interesse alle storie. La scoperta può riguardare l’essere umano o qualcosa di unico e interessante nell’intero universo.
Metodi di scrittura: scegli un metodo, qualsiasi metodo
Ognuno scrive storie in modo diverso. Alcuni scrivono dall’inizio alla fine e poi riscrivono. Questo modo a volte è considerato più creativo e divertente, ma ci sono pericoli frustranti.
I personaggi tendono a prendere completamente il controllo della storia e ad andare nella direzione sbagliata, e a volte la storia va alla deriva o non va da nessuna parte. Un altro modo per scrivere è tracciare uno schema in modo da sapere esattamente come finirà la storia.
L’arco di trasformazione di un personaggio, è tutto in questo monologo di Jules Wiinnfield in Pulp Fiction. Beh, c’è un passo che conosco a memoria. Ezechiele, 25:17″. (recita l’intero monologo e poi riprende). “Ora, sono anni che dico questa cazzata. E se la sentivi, significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire. Pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere. Vedi, adesso penso: magari vuol dire che tu sei l’uomo malvagio e io sono l’uomo timorato. E il signor Nove Millimetri, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre. O può voler dire che tu sei l’uomo timorato, e io sono il pastore. Ed è il il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse. Questo mi piacerebbe, ma questa cosa non è la verità. La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore. Vattene.
Delineare, quindi scrivere, è più disciplinato e può essere altrettanto creativo e divertente. Qualunque sia il modo in cui scrivi, è meglio avere un’idea di dove sta andando la tua storia prima di scrivere, in modo da non perdere tempo.
Due metodi che potresti utilizzare per scrivere la tua storia
Metodo 1
Divertiti a creare la tua storia. Scrivi l’inizio e lascia che fluisca in modo naturale. Lascia che i personaggi facciano quello che vogliono. Acquisisci familiarità con i tuoi personaggi e ciò che sta accadendo nelle loro vite. Dopo aver iniziato la storia, inizia a pensare al futuro. Che tipo di cose potrebbero accadere? Cosa dovrebbe succedere a queste persone? Eventi drammatici, comici, sarcastici, romantici, commoventi, orrendi?
Decidi come dovrebbe svilupparsi e finire la storia. Mentre pensi, prendi nota di quello che ti viene in mente.
Metodo 2
il metodo più consigliato. Divertiti a creare la tua storia. Pensa a tre o più personaggi e scrivi note sul loro passato, sugli eventi principali e sulle persone che hanno plasmato la vita dei tuoi personaggi. Quali sono gli hobby e gli obiettivi del tuo personaggio principale? Chi ama e odia, e perché? Quando hai finito, riunisci i tuoi personaggi in un’ambientazione e in una situazione e lasciali interagire. Le buone storie spesso iniziano dal personaggio. Dopo aver conosciuto i tuoi personaggi, cosa vogliono e come interagiscono, inizia a tracciare la storia. Lascia che siano i personaggi a determinare cosa succede – non usarli come burattini.
In tutti i casi, ricordati: le buone idee non vengono a trovarti quando vuoi e ti bussano alla porta nel momento che vuoi. Vengono all’improvviso, e se trovano una porta chiusa, se ne vanno.