Tre corsisti Tracce vincono il Premio Solinas per la migliore sceneggiatura

Dal corso di sceneggiatura al Premio Solinas. Benedetta Mori, Giuliano Scarpinato e Chiara Tripaldi sono tre studenti del Corso di sceneggiatura di II livello, XXIII edizione, che sta volgendo alla conclusione.

 

Fin dall’inizio del corso, avevano un progetto di sceneggiatura che convinceva molto, sul quale – complice anche la pausa imposta dalla pandemia – i tre hanno lavorato molto, aiutati anche dai tutor Luca e Laura che ne avevano visto le potenzialità.

 

Bene, fatto sta che la sceneggiatura è stata completata ancora prima della fine del corso, e dato che era nei termini è stata spedita al Premio Solinas, che ieri le ha attribuito il primo premio.

corso sceneggiatura solinas

 

In passato qui a Tracce abbiamo già visto soggetti e sceneggiature nate durante i corsi che poi sono state successivamente premiate. Se c’è una cosa che abbiamo imparato dal 2003 quando abbiamo cominciato è riconoscere il talento e supportarlo al massimo quando è il caso.

 

Ma non era mai successo che dei corsisti vincessero durante il corso, un premio così prestigioso.

 

Della sceneggiatura di “Gioia” ne parliamo con Giuliano Scarpinato, che di questo progetto è l’ideatore avendone già scritto una versione per il teatro che si chiamava: “Se non sporca il mio pavimento – un mèlò”, piéce che è andata in scena durante il Roma Europa Festival del 2017.

 

“Sia la sceneggiatura vincitrice al Solinas, sia la prima versione teatrale – dice Giuliano Scarpinato – si ispirano al delitto Rosboch, un celebre e cruento fatto di cronaca avvenuto nella provincia di Ivrea nel 2016. Di quel delitto, una insegnante cinquantenne uccisa da un giovane 21enne che era riuscito a plagiarla e poi a truffarla. E’ una vicenda che mi ha impressionato, oltre che per l’intreccio, per la forza archetipica dei suoi personaggi. Mi sembrò subito, quando la prima volta ne lessi, che in quella provincia piemontese fatta di supermarket, tubi catodici e fughe nei social, si fosse incarnato bizzarramente, attraverso Gloria Rosboch e il suo giovane seduttore Gabriele Defilippi, il mito di Eco e Narciso. La ninfa dannata da Afrodite ad amare non corrisposta fino alla consunzione delle carni e il giovinetto perduto nella propria immagine riflessa sono scolpiti da Ovidio nelle Metamorfosi, quello che Vittorio Sermonti definisce ‘il poema dell’adolescenza come esperienza della labilità e vulnerabilità dell’identità, mentre il tuo corpo non fa che cambiare, che cambiare te stesso sotto i tuoi stessi occhi. E tu non sai più chi sei’.

 

Nella versione che ha vinto il Solinas il giovane è un diciassettenne che intreccia una relazione con l’insegnante molto più grande di lui. “Quello che volevo raccontare, assieme alle mie due co-sceneggiatrici, con le quali abbiamo cambiato molti aspetti della storia vera, è una vicenda di una reciproca attrazione tra due poli opposti capaci di generare un cambiamento in entrambi i protagonisti. Ma ad un certo punto, proprio quando uno dei due personaggi può effettivamente cambiare, prendendo decisamente una strada che conduce ad un altro percorso, ecco che scarta repentinamente e decide di tornare indietro, generando una tragedia invece di un cambiamento”.

 

All’atto dell’iscrizione al corso di sceneggiatura di II livello, dedicato a aspiranti sceneggiatori già in possesso di una idea o un soggetto, Giuliano aveva portato proprio il soggetto di “Gioia”, con l’idea di farne una sceneggiatura per il cinema.

 

Successivamente ha scelto le sue due compagne di scrittura, Benedetta Mori e Chiara Tripaldi, che avevano mostrato forte interesse per la storia.

 

“Ci siamo trovati in maniera molto naturale, tutti avevamo un interesse per la storia e i personaggi e abbiamo scavato molto a fondo per cercare di catturare l’essenza di questa vicenda. A causa della pandemia, quando il corso è passato online, abbiamo avuto anche più tempo per approfondire, limare, rivedere tutti gli snodi narrativi, e non senza momenti di tensione, perché scrivere in tre non è semplice e speri sempre alla fine di aver trovato un buon gruppo e in questo caso, nel mio caso, è andata esattamente così. E senza dimenticare i tanti feedback utili che abbiamo ricevuto da tutti i docenti e dai due tutor Laura Soro e Luca De Benedittis che da subiti ci hanno spronato dicendo che avevamo una grande occasione per realizzare un ottimo progetto”.

 

Ora che ha vinto il Premio Solinas, Giuliano spera che la sceneggiatura possa essere realizzata. “Ci conto molto, certamente un premio così prestigioso ci dà una vetrina importante”. Adesso il produttore Nicola Giuliano, quando leggerà la sceneggiatura di “Gioia” nella ormai celebre ultima lezione del corso in programma tra poche settimane, avrà una referenza in più da tenere in conto. E chissà che…

 

Intanto congratulazioni a Giuliano, Benedetta e Chiara.

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