Monica Zapelli nuova docente ai corsi di sceneggiatura

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La sceneggiatrice Monica Zapelli, due David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Premio per la Sceneggiatura alla Mostra di Venezia entra a far parte dei docenti di sceneggiatura ai corsi della scuola di cinema Tracce.

 

Monica Zapelli insegna in entrambi i corsi di sceneggiatura di Tracce: il corso di primo livello e nel corso di Secondo livello, anche detto corso Master.

 

Monica Zapelli è nata a Pavia nel 1966. Nel 2001 vince il primo David di Donatello (insieme a Claudio Fava e Marco Tullio Giordana) per la sceneggiatura originale de I Cento passi . E nel 2022 ottiene un altro David per la sceneggiatura non originale di L’Arminuta (insieme a Donatella Di Pietrantonio).

 

Dopo la laurea in filosofia nel 1990, Monica si trasferisce si trasferisce in Colombia, dove insegna storia e filosofia. Rientrata in Italia, nel 1999 realizza il cortometraggio Il bambino con la pistola, scritto e diretto insieme con Federico Cagnoni, che vince il premio come miglior cortometraggio al Giffoni Film Festival del 2000, dopo che nel 1997, ancora in forma di sceneggiatura, aveva vinto il Premio città di Siena per il corto.

 

Nel 1998 la sceneggiatura de I Cento passi scritta con Claudio Fava, riceve una menzione speciale al Premio Solinas a cui seguiranno il David del 2001, il Nastro d’argento alla migliore sceneggiatura e il Premio per la migliore sceneggiatura alla 57ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

 

Dal 2005 Monica sceneggia numerosi film per il cinema e per la televisione collaborando, fra gli altri, con Mimmo Calopresti, Giuliano Montaldo, Gianluca Maria Tavarelli, Giacomo Campiotti, Maurizio Zaccaro, Ricky Tognazzi e Daniele Vicari.

 

I suoi ultimi lavori sono al cinema, Nour, regia di Maurizio Zaccaro (2019) e L’Arminuta, regia di Giuseppe Bonito (2021). In televisione la fiction Rita Levi-Montalcini, regia di Alberto Negrin e Il nostro generale, regia di Lucio Pellegrini e Andrea Jublin.

 

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Corsi di sceneggiatura Tracce, Laura Grimaldi vince la Festa del cinema

Non è frequente, ma a volte succede che ai festival non vincano film di puro intrattenimento, ma storie vere che contengono temi importanti e attuali. E succede anche che corsisti Tracce vincano premi importanti. Laura Grimaldi, ex allieva dei corsi di sceneggiatura Tracce di primo e secondo livello, ha vinto la Festa del Cinema di Roma, con Santa Subito, di Alessandro Piva.

 

Santa Scorese aveva solo 23 anni quando il 15 marzo del 1991 fu uccisa da uno stalker che la tormentava da tre anni. Alla fine degli anni ’80 la parola “femminicidio” non esisteva ancora, e le istituzioni, la legge, non erano preparate ad affrontare il tema della violenza di genere e lo stalking. La storia di Santa è diventata un docufilm, Santa Subito, che ha trionfato all’edizione 2019 della Festa di Roma, ottenendo il Premio del Pubblico. Ne parliamo con Laura Grimaldi, sceneggiatrice ed ex allieva dei corsi di sceneggiatura di Tracce, che ha scritto il docufilm assieme al regista Alessandro Piva.

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Come scrivo le mie serie: Stefano Bises e il nuovo ruolo degli sceneggiatori in Italia

Stefano Bises è uno degli scrittori e autori di soggetti e sceneggiature di fiction e serie tv più ricercati.

 

Nella sua filmografia compaiono, tra gli altri: Gomorra – La serie, Zero Zero Zero, The New Pope, Il Miracolo, Un’altra vita, Questo nostro amore, Una grande famiglia, Tutti pazzi per amore, La vita facile, Il capo dei capi, Tutti i giorni della mia vita, L’ispettore Coliandro.

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Scuola di sceneggiatura: il punto di vista e la voce narrante

Una delle cose da fare ancora prima di mettersi a scrivere un soggetto, un trattamento o una sceneggiatura (ma questo vale anche per la narrativa in altre forme) è “mettere a punto” il motore narrativo.  In un precedente articolo della Scuola di sceneggiatura abbiamo parlato di come trovare una idea. Adesso c’è da scegliere il punto di vista: chi è che sta raccontando la storia?

Scuola di sceneggiatura: il punto di vista e la voce narrante

 

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In Viale del Tramonto (Billy Wilder), la voce narrante e il punto di vista appartengono al cadavere in piscina all’inizio del film.

La scelta del punto di vista non è un dettaglio, ma riguarda fondamentalmente la storia stessa. Raccontare significa catturare l’attenzione di chi guarda e ascolta, e mantenerla alta nell’intero tempo del racconto. E in tutto questo, il punto di vista è cruciale, perché bisogna trovare il punto di vista migliore per raccontare la storia al meglio.

 

Perciò mentre alcune scelte puoi rinviarle ad un momento successivo (la scelta del tema, ad esempio), il punto di vista va deciso subito.

 

Bisogna scegliere chi racconterà la tua storia. Il protagonista? L’antagonista? Un altro personaggio? Un personaggio sconosciuto, che non apparirà mai? Un narratore terzo, il cosidetto deus ex machina onnisciente? Questa prospettiva è scelta dallo sceneggiatore. Può essere onnisciente, limitato o specializzato, a seconda di ciò che lo sceeggiatore sceglie.

 

Nella narrazione, il punto di vista si riferisce a come il regista, il personaggio o il narratore racconta la storia che il pubblico può vedere sullo schermo. Una storia raccontata da un unico punto di vista può anche funzionare bene per biografie o film d’azione guidati da eroi.

 

Ma i punti di vista possono anche essere più di uno, come nel caso di una storia corale, o ambientata in un periodo storico, con tanti personaggi che devono per forza esserci.

 

E ancora: il tipo di storia che vuoi raccontare – e quindi il punto di vista – dipende anche dal genere. Molteplici punti di pensiero si prestano maggiormente a travolgenti epopee storiche; i punti di vista sperimentali possono spesso funzionare bene con la commedia.

 

Quale che sia la scelta, devi sapere che il punto di vista che sceglierai influenzerà il modo in cui il film o la serie verranno girati, il modo in cui i personaggi vanno e vengono dalle scene e quanto il pubblico sa rispetto ai personaggi all’interno della scena.

 

Ad esempio nel giallo, c’è da scegliere se lo spettatore sarà al corrente dei fatti assieme al protagonista detective che indaga, oppure sarà un passo davanti a lui, e quindi saprà cosa sta per succedere (tecnica principale della suspance, della tensione).

 

A volte ancora c’è da scegliere se il punto di vista sarà in scena (seguendo il personaggio mentre compie le sue azioni) oppure fuori scena, da una voce narrante che racconta le intenzioni del personaggio mentre compie le azioni.

 

E infine: che ne dici di un film con una voce fuori campo, dove qualcuno ci racconta una storia ma quella storia fosse falsa? Una voce fuori campo che non è affidabile, o è “di parte”, ovvero ha interesse solo a raccontare alcune cose e non tutte?

 

Insomma, c’è da farsi venire il mal di testa.

 

Ricorda però che tutte le regole nella sceneggiatura sono lì per essere infrante. Se lo esegui bene, nulla ti impedisce di sovvertire le aspettative di punto di vista e genere.

 

Fatta questa doverosa, lunga e noiosa premessa andiamo ad affrontare le scelte principali sul punto di vista.

 

Il punto di vista singolo

La narrazione più semplice che puoi costruire è incentrata su un personaggio che seguiamo per tutto il film. È il modo più efficace per raccontare una storia incentrata sul viaggio di un eroe. Generalmente, una sceneggiatura che inizia con un unico punto di vista e poi introduce il secondo punto di vista a metà sembrerà sconnessa e non arricchita (Hitchcock a parte).

 

Il modo più intimo di esprimere un punto di vista limitato in terza persona è chiedere al tuo personaggio principale di raccontare agli spettatori i suoi pensieri e sentimenti attraverso una voce fuori campo. Spesso parlano da una prospettiva futura, guardando indietro.

 

Come scelgono di fare Martin Scorsese e Nicholas Pileggi in Goodfellas, Quei bravi ragazzi, lasciando al protagonista Henry di raccontare, con la voce narrante, un trentennio di mafia a New York.

 

 

A volte invece il narratore protagonista può essere in scena e raccontare egli stesso la sua storia, guardando direttamente negli occhi del pubblico, come fa Leonardo Di Caprio – Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street, nella sceneggiatura scritta da Terence Winter.

 

In questo film abbiamo due punti di vista dello stesso protagonista. Inizialmente siamo posizionati con lui nel suo tempo presente quando è diventato un agente di cambio milionario a Wall Street. Descrive il suo stile di vita edonistico fatto di droghe, denaro e sesso eccessivi.

 

 

Ma oltre a Belfort che narra sé stesso in tempo reale c’è anche una voce narrante, che arriva dopo, che è Belfort stesso, ma con una maggiore consapevolezza di sé stesso ma con uno sguardo rivolto al passato. Questo fornisce agli spettatori informazioni privilegiate.

 

 

Il punto di vista di un “conoscente”

Per raccontare le gesta di “Drugo nel Grande Lebowski, Joel e Ethan Cohen scelgono una voce fuori campo classica, di un narratore onnisciente che sa tutta la storia e sa anche come finirà. Non fa parte della storia, ma alla fine del film scopriremo che è un cowboy che frequenta lo stesso bar di Drugo, e che evidentemente lo conosce molto bene e del quale ha voluto raccontarci la storia.

 

 

Infrangere le regole del punto di vista

 

Il capolavoro di Alfred Hitchcock, Psycho, inizia come un film dal punto di vista unico. All’inizio il pubblico segue il punto di vista di Marian Crane mentre intraprende una missione rischiosa per rubare dei soldi dalla società immobiliare dove lavora per saldare i debiti del suo fidanzato Sam.

Gli spettatori pensano che sarà questo il conflitto del film. A sorpresa invece, in una delle sequenze più famose della storia del cinema, Marion si rifugia nell’omonimo motel di Norman Bates e viene brutalmente uccisa sotto la doccia.

Adesso il punto di vista è tutto sul detective Arbogast che indaga sull’omicidio. Ora il puybblico pensa che sarà questo il punto di vista che ci guiderà fino alla fine. Invece, Hitchcock gioca due volte lo stesso trucco e anche Arbogast viene nuovamente pugnalato a morte.

 

 

Psycho è un esempio di come il punto di vista e la prospettiva suggeriscano determinate aspettative agli spettatori. Hitchcock lo sovverte a suo vantaggio.

 

Pensa a come puoi sovvertire le aspettative quando sei nelle prime fasi della pianificazione della sceneggiatura.

Il punto di vista “interessato”

A volte il personaggio che narra e dai cui occhi il pubblico vede il film, è una voce narrante “sleale” o comunque interessata.

 

Nei Soliti Sospetti, Verbal Kint è il narratore che ci racconta una storia che però finisce per non essere vera. Certo, ci sono scene al di fuori del suo punto di vista, mentre i poliziotti cercano di ottenere una foto di Keyser Soze, ma tutti i flashback sono dal suo punto di vista. E condizionano tutta la storia.

 

Il punto di vista onnisciente che diventa comico

Il Peep Show britannico è una serie che sperimenta il punto di vista e lo porta all’estremo per ottenere un effetto comico. ‍

 

Questo perché è girato in prima persona: siamo posizionati come i personaggi principali, i coinquilini Mark e Jeremy, che vedono esattamente quello che vedono loro, anche i loro momenti più intimi come quando fanno sesso. Ma sentiamo anche i loro monologhi interni pronunciati come voce fuori campo così come i loro dialoghi.

 

Se stai scrivendo una commedia, considera come puoi usare il punto di vista e la forma per ottenere un effetto comico.

Punto di vista in conclusione

Speriamo che questa panoramica sul punto di vista ti abbia chiarito dei dubbi e non abbia aumentato la tua confusione.

 

Ti lasciamo con una citazione secondo noi appropriate di un maestro come Brian De Palma:

 

“In ogni forma d’arte crei nel pubblico l’illusione di guardare la realtà attraverso i tuoi occhi. La macchina da presa mente in continuazione, mente ventiquattro volte al secondo”.

Parte a febbraio 2020 il Corso di Regia con Daniele Luchetti e Andrea Molaioli

Parte a febbraio 2020 la quinta edizione del Corso di regia cinematografica della scuola di cinema Tracce.

Il corso analizza in maniera completa l’esperienza del regista in relazione a tutti i reparti di una troupe cinematografica. Durante i mesi del corso, ogni corsista scrive la sceneggiatura di un cortometraggio, analizzata dai coordinatori e dai docenti, e viene affiancato nella preparazione, nelle riprese e nel montaggio finale del cortometraggio.

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Scuola di sceneggiatura. L’idea giusta per un film: quando arriva e come iniziare

Nei nostri corsi di sceneggiatura dedichiamo molto spazio a come trovare l’idea giusta per un film. L’idea è forse la cosa più difficile di tutto il processo creativo che porta una storia dalla carta al grande (e piccolo) schermo. Come tutti i processi creativi che dipendono dall’ispirazione, non c’è un modo o metodo unico anzi, al contrario, ogni scrittore/creatore ha il suo universo creativo e ognuno riconosce il momento in cui si accende una lampadina.

Tuttavia se la creatività non ha metodi per attivarsi, quello che puoi fare è aiutarla ad esprimersi, a venire fuori.

Scrivi su un argomento che conosci

Un buon suggerimento per iniziare, è scrivere su un argomento di tuo interesse. Se interessa te, probabilmente interesserà anche ad altri che hanno i tuoi stessi gusti, dubbi, interrogativi. E se ti interessa, scriverai una storia migliore.

 

scuola di sceneggiatura il padrino
Per preparare le scene, Coppola e Puzo s’incontrano a casa del regista, lavorano con il rumore dei bambini in sottofondo e pranzano con pasta al pomodoro e vino rosso. A Puzo tocca la sintesi delle corpose note di sceneggiatura di Coppola. Nella scena in cui Clemenza descrive una ricetta di Michael, “Prima fai rosolare la salsiccia…”, Puzo corregge: “I gangster non rosolano, friggono”

Scrivere di ciò che si sa, si conosce (e non necessariamente la tua esperienza personale, ma qualcosa di cui hai conoscenza) può essere un modo per far accendere quella famosa lampadina. Inoltre sapere funziona meglio di indovinare.

 

Ad esempio, ogni storia, anche la fantascienza e la commedia, parla della vita. Le storie raccontano sempre qualcosa sulla condizione umana. Nella commedia, ridiamo di noi stessi, dell’assurdo e dell’imprevisto, rendendo la vita più accettabile. Nella fantascienza, riflettiamo sugli spazi vuoti della nostra conoscenza, specialmente sulla vita. Nell’orrore, affrontiamo le nostre paure, ricordando a noi stessi cosa significa vivere ed essere umani. In azione/avventura, ci godiamo la vita ed esploriamo i nostri limiti e le nostre fantasie. Nel dramma, ci soffermiamo su altre dimensioni di noi stessi.

 

scuola di sceneggiatura harry ti presento sally
La discussione tra gli autori e produttori di Harry ti presento Sally s’incentrò prevalentemente sul significato dell’essere single e sul modo in cui tale situazione viene affrontata. Nel terzo incontro, Reiner propose infine una storia riguardante due amici che non volevano fare sesso per non rovinare il loro rapporto, ma che sarebbero poi finiti a infrangere questa “regola”.

 

Tutte le storie, anche solo per divertimento o evasione, parlano della vita: la differenza è l’atteggiamento con cui vengono presentate. Le storie che piacciono di più sono quelle che affermano la vita, trionfano. Se diverte e trionfa, influenza l’atteggiamento dello spettatore.

 

Scrivere di ciò che ti interessa è meglio, ma se vuoi puntare all’oro, le storie uniche sono le più richieste. È più probabile che una storia unica attiri l’attenzione.

 

Cosa vende meglio? Azione avventura è un genere che non muore mai. Cosa è sempre richiesto? La commedia romantica, innamorarsi è la cosa che gli essere umani fanno più spesso. Cosa non è una buona scommessa? I film attualmente in voga: probabilmente non otterranno alcun interesse tra qualche mese anche se potrebbero essere seguiti rapidamente da diversi imitatori.

 

Suggerimento: il mistero e la scoperta sono elementi che aggiungono molto interesse alle storie. La scoperta può riguardare l’essere umano o qualcosa di unico e interessante nell’intero universo.

Metodi di scrittura: scegli un metodo, qualsiasi metodo

Ognuno scrive storie in modo diverso. Alcuni scrivono dall’inizio alla fine e poi riscrivono. Questo modo a volte è considerato più creativo e divertente, ma ci sono pericoli frustranti.

 

I personaggi tendono a prendere completamente il controllo della storia e ad andare nella direzione sbagliata, e a volte la storia va alla deriva o non va da nessuna parte. Un altro modo per scrivere è tracciare uno schema in modo da sapere esattamente come finirà la storia.

 

scuola di sceneggiatura arco di trasformazione del personaggio. Pulp Fiction
L’arco di trasformazione di un personaggio, è tutto in questo monologo di Jules Wiinnfield in Pulp Fiction.
Beh, c’è un passo che conosco a memoria. Ezechiele, 25:17″.
(recita l’intero monologo e poi riprende).
“Ora, sono anni che dico questa cazzata. E se la sentivi, significava che eri fatto. Non mi sono mai chiesto cosa volesse dire. Pensavo che fosse una stronzata da dire a sangue freddo a un figlio di puttana prima di sparargli. Ma stamattina ho visto una cosa che mi ha fatto riflettere.
Vedi, adesso penso: magari vuol dire che tu sei l’uomo malvagio e io sono l’uomo timorato.
E il signor Nove Millimetri, qui, lui è il pastore che protegge il mio timorato sedere nella valle delle tenebre.
O può voler dire che tu sei l’uomo timorato, e io sono il pastore. Ed è il il mondo ad essere malvagio ed egoista, forse.
Questo mi piacerebbe, ma questa cosa non è la verità.
La verità è che tu sei il debole e io sono la tirannia degli uomini malvagi. Ma ci sto provando, Ringo, ci sto provando, con grande fatica, a diventare il pastore. Vattene.

 

Delineare, quindi scrivere, è più disciplinato e può essere altrettanto creativo e divertente. Qualunque sia il modo in cui scrivi, è meglio avere un’idea di dove sta andando la tua storia prima di scrivere, in modo da non perdere tempo.

Due metodi che potresti utilizzare per scrivere la tua storia

Metodo 1

Divertiti a creare la tua storia. Scrivi l’inizio e lascia che fluisca in modo naturale. Lascia che i personaggi facciano quello che vogliono. Acquisisci familiarità con i tuoi personaggi e ciò che sta accadendo nelle loro vite. Dopo aver iniziato la storia, inizia a pensare al futuro. Che tipo di cose potrebbero accadere? Cosa dovrebbe succedere a queste persone? Eventi drammatici, comici, sarcastici, romantici, commoventi, orrendi?

Decidi come dovrebbe svilupparsi e finire la storia. Mentre pensi, prendi nota di quello che ti viene in mente.

Metodo 2

il metodo più consigliato. Divertiti a creare la tua storia. Pensa a tre o più personaggi e scrivi note sul loro passato, sugli eventi principali e sulle persone che hanno plasmato la vita dei tuoi personaggi. Quali sono gli hobby e gli obiettivi del tuo personaggio principale? Chi ama e odia, e perché? Quando hai finito, riunisci i tuoi personaggi in un’ambientazione e in una situazione e lasciali interagire. Le buone storie spesso iniziano dal personaggio. Dopo aver conosciuto i tuoi personaggi, cosa vogliono e come interagiscono, inizia a tracciare la storia. Lascia che siano i personaggi a determinare cosa succede – non usarli come burattini.

In tutti i casi, ricordati: le buone idee non vengono a trovarti quando vuoi e ti bussano alla porta nel momento che vuoi. Vengono all’improvviso, e se trovano una porta chiusa, se ne vanno.

Cerca di tenere la porta aperta.

Corso di sceneggiatura di Secondo Livello, ultimi posti disponibili entro il 17 dicembre

Con una Masterclass di Daniele Luchetti è stata inagurata la XXIV edizione del Corso di sceneggiatura di secondo livello, riservato a chi è già in possesso delle tecniche di base della scrittura di un soggetto e desidera approfondire nozioni e tecniche per la scrittura di una sceneggiatura per lungometraggio.

I corsisti sono chiamati a unirsi spontaneamente in gruppi di due o tre persone, per sviluppare un trattamento e una sceneggiatura per lungometraggio, che alla fine del corso sarà sottoposto all’analisi del produttore Nicola Giuliano, Premio Oscar per Miglior Film in Lingua Straniera “La grande bellezza”.

I lavori ottenuti, sceneggiature di 90-100 pagine, saranno valutate anche da Gianni Chiffi e Consuelo De Andreis, dell’agenzia Volver, i quali sceglieranno i progetti migliori da sottoporre all’attenzione delle principali case di produzione cinematografica nazionali.

Clicca qui per leggere il programma del corso in dettaglio.

Ci sono ancora due posti disponibili per iscriversi a questa edizione del Corso di II livello, ma l’iscrizione va perfezionata entro il 17 dicembre.

Per iscrizioni telefona a questi numeri:

349 7266758 – 346 4901058

Daniele Luchetti inaugura la V edizione del corso di Regia di Tracce. Ultimo posto disponibile

Con una lezione introduttiva su sceneggiatura e regia, lunedì 17 febbraio 2020 Daniele Luchetti inaugura la quinta edizione del Corso di regia cinematografica della scuola di cinema Tracce.

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La detective triste e l’America disillusa. Omicidio a Easttown raccontata dallo sceneggiatore

Ci sono storie e sceneggiature per film e serie dove in primo piano c’è l’intreccio narrativo, la storia, mentre l’ambientazione, il luogo dove i personaggi vivono, va inevitabilmente in secondo piano, fa da sfondo.

 

In Mare di Easttown (Omicidio a Easttown, nella banale traduzione italiana), accade il contrario: la cittadina di Easttown nella contea di Chester in Pennsylvania, le sue villette a schiera in legno, le strade lunghe buie e desolate, i boschi dove usano radunarsi i ragazzi in fuga dal degrado e da una vita che offre all’apparenza ben poche opportunità, è in questa serie HBO, in onda su Sky, il vero protagonista della serie.

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